Una Martoriata di Successo (Commenti) Stampa
Lunedì 08 Novembre 2010 13:20

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Quando c'è la passione e l'amore si può aprire ogni porta. Ne ho avuto conferma sabato sera al teatro Jenco dove si è svolta la rappresentazione di "Filumena... Martoriata" una rivisitazione della famosissima "Filumena Marturano" del grande Eduardo de Filippo La riscrittura di Lora Santini, Antonio Meccheri e Angelo Polacci, fatta in dialetto Versiliese, è sicuramente ben riuscita, cosa non sempre scontata andando a rimaneggiare dei capolavori teatrali. I nomi dei protagonisti che si trasformano da Domenico Soriano a Domenico Quadrelli e da Filumena Marturano a Filumena Sacchelli ne sono un esempio. Così come i luoghi che da Napoli si spostano alla Versilia, ma anche all'estero, a Massarosa ad esempio come ci dice la stessa Sacchelli a un certo punto della commedia...... 

L'opera originale fu scritta da Eduardo per la sorella Titina, che si lamentava del fatto che il vero successo della ribalta fosse sempre riservato al protagonista maschile.E certamente nella riscrittura non si è perduto questo aspetto, grazie soprattutto alla grande forza espressiva di Lora Santini e alla sua carica emotiva che arriva sempre, come un fiume in piena, al pubblico. È lei infatti la mattatrice dello spettacolo e con merito. Tutta la compagnia teatrale è comunque bene affiatata e dalla platea si percepisce, tanto che gli applausi e le risate, non sono certo mancati.

Ma l'aspetto da sottolineare è che la rappresentazione è stata organizzata per raccogliere fondi per l'Associazione Volontari Versiliesi Cure Palliative. Una ONLUS che si occupa di un settore non troppo tenuto in considerazione sia dalle stesse istituzioni sia dalle singole persone. Le Cure Palliative si preoccupano di accompagnare, durante il doloroso e inevitabile percorso, i malati oncologici nella fase evolutiva della loro malattia, cercando soprattutto di aumentarne la qualità della vita nei vari possibili modi.Ecco quindi che la serata è stata non solo un modo per andare a teatro, ma soprattutto un modo per prendere conoscenza e coscienza di una problematica non molto nota.

Ed è perciò stato estremamente importante vedere che tutti i posti a teatro fossero occupati, nonostante a poca distanza, presso il palazzetto dello sport, ci fosse una partita e ben sappiamo che spesso sport e teatro cozzano tra di loro come pietre focaie. In sala erano presenti ragazzini, adulti e anziani. Un po' più carente quella fascia di gioventù che preferisce lo "sballo". Ma d'altronde con gli insegnamenti che la società attuale mette a disposizione...

A ogni modo il momento, a mio avviso, più emozionante si è avuto nel finale, quando il Dr Aurelio Buono, responsabile delle Cure Palliative della AUSL 12 di Viareggio e persona estremamente attenta alle problematiche della sua attività, dopo aver ringraziato gli attori e gli spettatori, ha recitato a memoria la poesia con cui lo stesso Eduardo amava chiudere il suo spettacolo. Una poesia che, quasi per magia, era legata sia allo spettacolo sia a quella ricerca di benessere che sono lo scopo primario delle cure palliative.

Il Dr. Buono, appena pronunciata l'ultima parola, ha lasciato il palco tra gli applausi di tutti, allontanandosi anche dalla sala evidentemente commosso dalle sue stesse parole. D'altronde come la stessa Filumena Marturano dice sul finale: "Dummì, sto chiagnenno... Quant’è bello a chiàgnere!", perché si piange solamente quando si è conosciuta la felicità e la gioia delle cose davvero importanti della vita.E fra queste cose c'è l'attività, assolutamente non semplice, che i volontari dell'Associazione Volontari Versiliesi svolgono ogni giorno: prendere per mano una persona e accompagnarla nel momento in cui deve iniziare ad avvicinarsi a quell'ultima unica porta finale del cammino della vita.

Giovanni Beani.